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Murgese
La razza non si presta a facili catalogazioni. Vi sono contemporaneamente presenti tipi mesomorfi, decisamente a sangue caldo, insieme ad altri più imponenti e di nevrilità più contenuta: le stature variano dai 140 ai 160 cm per le femmine e dai 145 ai 165 per gli stalloni (il castrato è praticamente inesistente), ma qualche soggetto raggiunge e supera i 170 cm. Stature quindi anche di buon rilievo se si considera che il murgese ha un garrese poco o nulla pronunciato (5-10 cm. meno degli altri cavalli). Lo standard ufficiale elimina dalla selezione i soggetti inferiori ai 150 cm. nelle femmine e i 155 nei maschi, ma è un errore frutto di miopia: la razza è quella che è e tutti gli interventi tesi a modificarla producono solo danni (che qui sarebbe troppo lungo analizzare): un cavallo va valutato prima di tutto sul piano funzionale, cosa che non si fa nelle razze italiane (da qui il loro basso livello qualitativo) e poi per il modello.
Comunque le caratteristiche che seguono, riferite ad uno stallone medio, sono comuni a tutta la razza.
Aspetto generale: è quello di un cavallo di grande nobiltà e di grande scena, dal portamento sontuoso, il tutto esaltato da una smagliante livrea nera corvina: nel complesso è estremamente gradevole a vedersi tanto che lo si sente spesso definire come il cavallo più bello del mondo.
Mantello: morello zaino (esiste una limitatissima varietà grigio ferro con testa, arti e crini neri, frutto, pare, della riimmissione di sangue lipizzano in epoca recente). L’epidermide forte e spessa, più vicina alla canapa che alla seta dei purosangue arabi e inglesi, è responsabile della grande resistenza del murgese non solo ai rigori invernali e alla vampa estiva, ma anche agli insetti e alla ruvidità della macchia mediterranea.
Conformazione:
- testa in genere piuttosto pesante, stretta ed allungata, talvolta montonina, con ganasce cariche (non mancano però soggetti con teste più leggere e rettilinee);
- collo ampio, muscoloso ed arcato, fornito di abbondante criniera, innestato piuttosto in alto in modo da assorbire il garrese, già di per sè poco pronunciato;
- tronco possente e muscoloso esente da insellature, con torace alto e profondo, petto largo, spalla giustamente obliqua, groppa corta e rotondeggiante, talvolta spiovente: termina con una coda ben attaccata e fornita di peli lunghi e abbondanti;
- arti esenti da tare, muscolosi ed asciutti, stinco piuttosto corto e grosso (supera spesso i 22 cm.) con tendini staccati e ben sviluppati; giunture larghe e secche, pastorale di giusta lunghezza e direzione, gambe lunghe e dritte con accentuata apertura del garretto tanto da determinare un’altezza della groppa superiore al garrese;
- il piede del murgese possiede qualità eccezionali: di proporzioni regolari, è rivestito da un corno nero durissimo (frequente è l’uso di cavalli sferrati) che si conserva esente da qualsiasi tara quali setole, cerchiature ecc., ma al contempo sufficientemente elastico tanto che è molto difficile riscontrare incastellature.
Costituzione: la selezione provocata dal difficile ambiente dove viene allevato brado e la totale assenza di qualsiasi intervento sanitario (vaccinazioni, sverminature), gli ha conferito una costituzione ed una resistenza alle malattie notevoli. Le affezioni organiche quali la bolsaggine e le malattie intestinali sono pressochè sconosciute in questi cavalli.
Temperamento: il murgese è un cavallo docilissimo (lo stallone addirittura è normalmente più docile della femmina e si monta regolarmente senza problemi anche in presenza di altri maschi o femmine): il fatto che la sua origine risalga ad un periodo in cui si selezionavano anche qualità particolari di temperamento che permettessero di educare facilmente i cavalli al duello in battaglia e ai complessi esercizi d’alta scuola, spiega questa particolare qualità. Difficilmente questo cavallo (stiamo parlando di uno stallone) fa uso di difese, mentre si abitua con grande facilità all’uso della sella e dei finimenti.
Rusticità: il clima delle Murge, sano ma torrido d’estate e rigido d’inverno per l’indifesa esposizione ai venti dei Balcani, che tempra il suo organismo, e l’abitudine di nutrirsi in pascoli poveri e dissetarsi con acqua che malamente altri cavalli si adatterebbero a bere, hanno conferito a questo cavallo la grande rusticità che gli ha consentito, dopo il passaggio avvenuto nella seconda metà del 1800 dagli allevamenti nobiliari, ormai orientati verso il cavallo nord-europeo, a quelli popolari (traino e aratro e poi la carne), di sopravvivere all’ecatombe di tutte le altre razze italiane.
Nel complesso, dunque, un cavallo da alta scuola equestre, ma anche eccezionalmente vocato all’escursionismo in ambienti difficili. A questo proposito non possiamo sottacere che l’eccezionale sviluppo dell’agriturismo di questi ultimi anni ha fortemente acuito la necessità di cavalli da campagna, soddisfatta, al solito, con cavalli d’importazione di qualità largamente inferiore al murgese.
di Mauro AURIGI
tratto da SudEst n.9/2005
Per le fotografie si ringrazia Franco Cuttano di:
www.circoloippicolacontessa.it