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Il rispetto delle persone

L’essere umano è un territorio

Precedentemente ho scritto che «il gatto considera l’uomo un suo territorio». L’uomo tuttavia è anche un suo simile, con il quale il gattino adotta diversi comportamenti, che in alcuni casi possono essere fastidiosi e in altri causare piccoli incidenti:

 

  • l’utilizzazione dell’essere umano come albero;
  • il gioco della lotta con le mani;
  • il comportamento della caccia con le caviglie.

L’uomo-albero

Un albero, per un gattino, è fatto per arrampicarvisi e un ramo è fatto per saltarvi sopra. L’essere umano è piantato su due supporti verticali: un albero munito di due tronchi, arrampicarsi sul quale è un vero piacere. Così il gattino fa un salto, con le zampe anteriori si aggrappa alla tela spessa che riveste le gambe, in appoggio su quelle posteriori libera le prime e sale. In pochi movimenti il gattino è sulle spalle, dunque, per così dire, sul ramo principale.
Un’altra tecnica usata dal micetto consiste nel salire su un mobile e saltare con un balzo sulle spalle della persona, e per evitare la perdita dell’equilibrio pianta per bene le unghie in modo da assicurare la presa. È così divertente!
I proprietari si divertono con questi giochi, e non pensano che il gattino diventerà grande e che un pacchetto di muscoli di quattro chili che atterra sulla spalla, con tutte le unghie fuori, farà stringere i denti o urlare di dolore. Non hanno pensato che al posto della spessa tela di un jeans potrà esserci una sottile calza di nylon, se non addirittura della pelle nuda. Sfortunatamente né la calza né la pelle hanno la resistenza della corteccia e quindi le unghie vi si piantano e… il gatto non capisce perché il gioco non li diverte più. Quindi, non lasciate che il vostro gattino faccia cose che gli rifiuterete in seguito! In materia di educazione, la prevenzione è la nostra arma migliore.
Il cucciolo ricerca il contatto con il nostro viso perché il marchio familiare si fa anche muso contro faccia, naso contro mento, sfregandosi e impregnandosi del reciproco odore. L’attrazione per il viso dell’uomo è una cosa normale per il gattino. Evitiamo che sia lui a venire da noi e andiamo noi da lui: accovacciamoci per accoglierlo e rifiutiamo che salga sulle nostre spalle.

La caccia all’uomo

La caccia è un comportamento innato. Consiste in una serie di piccole sequenze di movimenti che si combinano e si intrecciano, si attivano l’uno con l’altro per finire, talvolta, con la cattura della preda. Il gatto non caccia per mangiare, ma caccia per cacciare. Il comportamento potenzia se stesso, si autovalorizza spontaneamente: la caccia ricompensa la caccia.
Quando non c’è una preda, la caccia scatta per tutto quello che le assomiglia, anche per un’esca. Una buona esca da selvaggina si muove, sussulta o si agita furtivamente, ed è di solito di piccole dimensioni. Nel nostro caso, una buona esca è un topo in peluche, una zampa di coniglio o, in mancanza d’altro, la caviglia della proprietaria. La caviglia si muove, saltella di qua e di là, ed è talvolta l’unica cosa che si muove in un appartamento monotono. Inoltre si trova a pochi centimetri dal pavimento, l’altezza ideale per una preda facile.
Il gatto spia la caviglia, la segue con gli occhi, fa un balzo, la graffia, la morde e scappa perché l’oggetto urla, si agita e salta. Il gatto si sente ricompensato, e ricomincerà più spesso e con più forza. Il suo piacere viene condizionato velocemente a questa esca disponibile, sempre presente e in movimento. Attenzione alle vostre caviglie, proprietari di un gatto d’appartamento!

Le crisi di iperattività

Il gatto che esce in giardino sceglie altre esche: una foglia che svolazza, un ciuffo d’erba agitato dal vento; per lui la caviglia è un richiamo meno stimolante.
In mancanza di un’esca, il comportamento della caccia, l’appostamento, l’assalto, l’inseguimento, il salto e tutte le altre sequenze della predazione si manifestano spontaneamente, a vuoto, senza un elemento scatenante; preferibilmente al mattino presto o alla sera. Il gatto è un cacciatore dell’aurora e del crepuscolo, per cui l’intensificarsi della luminosità e la sua diminuzione sono per lui dei fattori di veglia: è l’ora! L’ora della crisi del gatto d’appartamento.
Il gatto si alza, le sue pupille si dilatano e il suo pelo si rizza, sussultando, abbassandosi e raddrizzandosi con effetto ondivago; è il cosiddetto fenomeno del rolling skin.
Il gatto diventa ipersensibile e non sopporta il minimo rumore; si eccita sempre di più: salta, corre, si lancia contro i muri, rimbalza come una palla, attraversa il salotto, la sala da pranzo, la cucina, si lancia contro la finestra, e per fortuna questa è chiusa. Il gatto corre ovunque.
La crisi dura qualche minuto, poi si tranquillizza, sfinito. La sua sensibilità si attenua e torna alla normalità. Si liscia il pelo e chiede di mangiare. La crisi è passata.
Il verificarsi occasionale di queste crisi è normale in un gatto che vive in un ambiente in cui non si muove niente. Ma se sono frequenti indicano che l’animale non sta bene, ed è opportuno consultare il veterinario.

I disturbi comportamentali

Quando il gatto presenta gli atteggiamenti di cui ho parlato in questo capitolo, viene diagnosticato un disturbo del comportamento. Ma non è patologico, il gatto non è né malato né pazzo. È mal inserito nella società umana e lo dimostra assumendo atteggiamenti:

  • distruttivi;
  • aggressivi;
  • iperattivi.

Il gatto non ha imparato a controllare le morsicature nei giochi di lotta, le graffiate nei giochi di boxe né quelle della marcatura visiva, le arrampicate sulle gambe, i salti sulla schiena, i morsi della caccia alle caviglie, le corse su e giù per l’appartamento.
Il gatto è un monello e non ci può fare niente: non è colpa sua. Le responsabilità sono di una cattiva educazione e di un ambiente inadeguato. Bisogna educarlo, e non è mai troppo tardi!
Se le tecniche proposte in questa guida non si rivelano efficaci, è necessario consultare un veterinario comportamentista: il gatto può soffrire di una patologia comportamentale e aver bisogno di trattamenti specifici.

Tratto dal libro: AMARE, CAPIRE, EDUCARE IL PROPRIO GATTO
di JOËL DEHASSE

 


Notizia stampata il 26 Dec 2024 su www.animalinelmondo.com il portale al servizio degli animali